PORTFOLIO
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EVENTI BROADCASTING
View Project →EVENTI BROADCASTINGTYPE / Eventi, Istallazioni TemporaneeCATEGORY / PhotographyRiprese televisive, messa in onda via satellite/streaming/videopconferenza over IP, riprese audio live e studio, amplificazioni, proiezioni e tutto quello che vi può servire per concretizzare le Vostre necessita audiovisive. -
MAXXI Museo delle Arti del XXI Secolo
View Project →MAXXI Museo delle Arti del XXI SecoloTYPE / Audiovisual Engineering, Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Permanenti, Istallazioni Temporanee, Mostre -
UNIONE INDUSTRIALE TORINO
View Project →UNIONE INDUSTRIALE TORINOTYPE / Eventi, Istallazioni PermanentiCATEGORY / Istallazioni PermanentiIl progetto del Centro Congressi Unione Industriale di Torino ( http://www.ccui.it/ ) inizia nella primavera del 1988 con la richiesta tramite il progettista degli impianti elettrici, la allora Zanino Progetti, di individuare delle soluzioni per la diffusione sonora e la proiezione di diapositive all'interno delle sale conferenze dell'Unione Industriale di Torino. Dopo aver conosciuto i progettisti (Curto/Merlo Architetti) e la committenza, si rileva un ambizione progettuale ben più complessa ed articolata dei presupposti originari: le sale, non erano più isolate, ma inserite in un centro congressi che doveva rispondere ai moderni standard tecnologici dell'epoca e con una qualità altamente professionale. Le sale principali doveno essere collegabili in diretta televisiva e poter registrare su tutti i formati professionali e consumer, la qualità audio doveva essere di alto livello con range di copertura Hi-Fi, la proiezione al massimo tecnologicamente e con un sistema di traduzione simultana miltilingue perpanente. Il progetto è stato diviso in tre parti: audio, video, traduzione simultana; a quell'epoca le reti dati erano praticamente sconosciute nell'ambiente congressuale e la risulozione media di un computer era di soli 640x480 punti. Le dotazioni tecniche prevedevano: sistema di proizione video tritubo con monitor al tavolo relatori che supportava risoluzioni fino a 1280x1024; sistema di videoripresa con telecamere 3CCD da 3/4 di pollice Sony M7 e registrazione su VHS, Video8, U-Matic, BVU; Doppia proiezione diapositive 135 con proiettori Xenon, conference sistem Sennheiser, radiomicrofoni, diffusione sonora Bang & Olufsen, ripoduzone dei principali standard audio, traduzione simultanea a 5 lingue sennheiser multicanale. Oggi il Centro congressi continua il suo lavoro con migliaia di eventi svolti e riaggiornato continuamente inserendo nel tempo apparati e software per mantenere inalterare le filosofie iniziali, l'inserimento di nuovi cablaggi digitali e informatici lo rentono un centro all'avanguardia, facilmente espandibile ed integrabili con allestimente temporanei per rispondere tempestivamente a tutte le esigenze dell'era moderna. p.b. -
ISTALLAZIONI PERMANENTI
View Project →ISTALLAZIONI PERMANENTITYPE / Audiovisual Engineering, Home Page, Istallazioni PermanentiCATEGORY / Istallazioni PermanentiProgettazione e realizzazione Centro Congressi Unione Industriale Arch. Studio Curto Merlo Progetto Visitor Centre New Holland sedi Jesi e Imola Arch. Malerba, Agenzia Satiz S.p.A Progetto Trainig Center FIAT Hitachi Surbo Lecce Agenzia Satiz Realizzazione FIAT Engeenering Studio di Fattibilità Aula Magna Politecnico di Torino Sede C.so Duca degli Abruzzi Progetto Sala Riunioni Oracle Sede di Torino Progetto Auditorium New Holland Zedelgem (NL) Arch. Malerba, Agenzia Satiz S.p.A. Progetto e Realizzazione Sala Consiglio Unione Industriale di Torino Progetto Sala Conferenze Interaction Design Institute Ivrea Progetto Auditorium Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Arch. Silvestrin Progetto Aula Magna Facoltà Ingegneria dell’autoveicolo Lingotto Torino Arch. Antonio Belvedere Renzo Piano Building Workshop. Progetto Aula Magna Politecnico di Torino Sede C.so Duca degli Abruzzi Corsi di Formazione Professionale per Centro di Formazione PF3 Unione Industriale di Torino per Operatori Congressuali e Hostess. Corsi di Formazione e perfezionamento professionale per conto Politecnico di Torino. Direzione Tecnica Centro Congressi Internazionale dal 2002 al 2008. Conduzione tecnica e manutenzione tecnica Centro Congressi Unione Industriale di Torino dal 1991 ad oggi con la gestione di oltre 4000 eventi. Studio di fattibilità e progetto AUDITORIUM Maxxi Museo arti XXI Secolo Roma Sistema di retroproiezione a specchio Portrait HD per virtualizzazione in alta definizione Soprintendenza Beni Archeologici Sardegna Progettisti certificati BOSE -
ARTE CONTEMPORANEA
View Project →ARTE CONTEMPORANEATYPE / Audiovisual Engineering, Home Page, MostreCATEGORY / Istallazioni Permanenti, Istallazioni Temporanee, MostreDi arte in arte.
Cerchiamo di risolvere tutti i problemi di integrazione tra tecnologie e sito di installazione; la modellazione 3D ci permette di visualizzare in anticipo il lavoro finito al fine di trovare la soluzione istallativa e tecnologica più idonea allo scopo permettendoci l'ottimizzazione delle risorse, la razionalizzazione delle manutenzione e la riduzione degli sprechi. Mostre Arte contemporanea per: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Subcontinente 2006, Alllooksame Tuttuguale 2006/2007, Silence 2007, Stop & Go 2007/2008 Greenwashing 2008, YouPrison 2008, Triennale Torino 50 lune di saturno, FACE 2010, You +We 2010, Rachel Rose, MAXXI Roma Mesopotamian Dramaturgies Kutlug Ataman, ed altre manifestazioni nell’ambito artistico, Museo Villa Croce Genova: Tony Conrad, OGR Torino:Like a Moth to a Flame 2017/18, Susan Hiller 2018, The strength of facts 2018, Forgive me, distant wars, for bringing flowers home, BIM Biennale Immagine in Movimento 2019, Pitti Immagine, Musei Reali, Museo Egizio Torino: Anche le Statue Muoiono 2018/19, Archeologia invisibile, ecc. Esperienze installative con curaratori d’arte quali:Balbi, Basualdo, Bellini, Birnbaum, Bonacossa, Bonami, Calderoni, Casavecchia, Eccles, Lacinio, Lissoni, Gillick, Perrella, Martini, Mirvhali, Piazza, Rappolt, Trombetta, ecc. Proiezione Prima Film ZIDANE – A 21st CENTURY PORTRAIT P.Parreno D.Gordon Mostra Multimediale Personale su Arch. Niemeyer. Museo del Cinema: Mostra Herzog 2008 -
MANIFESTAZIONI CONGRESSI
View Project →MANIFESTAZIONI CONGRESSITYPE / Audiovisual Engineering, Eventi, Home Page, Istallazioni TemporaneeCATEGORY / Istallazioni Temporanee, VideoDirezione Tecnica Cliente LANCIA Convention Trimarca Milano Corsi di Formazione Professionale per Centro di Formazione PF3 Unione Industriale di Torino per Operatori Congressuali e Hostess. Corsi di Formazione e perfezionamento professionale per conto Politecnico di Torino. Direzione Tecnica Centro Congressi Internazionale dal 2002 al 2008 con eventi in tutta italia. Assistenza tecnica congressuale al Centro Congressi Unione Industriale di Torino dal 1991 ad oggi con la gestione di oltre 4000 eventi. Assistenza Tecnica congressuale per Politecnico di Torino. Direzione tecnica G8 Torino. Progettazione Auditorium MAXXI Museo della arti del XXI secolo Roma. Progettisti certificati BOSE -
Rotonda della Besana
View Project →Rotonda della BesanaTYPE / Eventi, Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreYou-We + Ablo - 25 Video dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo A cura di Francesco Bonami Rotonda di Via Besana Via E. Besana 12 | Milano 9 Giugno - 8 Luglio 2010 Mostra impegnativa che ci ha portato a superare noi stessi ottenendo, alla fine, un risultato eccellente. fin dalla progettazione della mostra, anche in spazio virtuale 3D, ci siamo sforzati di prevedere tutte le variabili istallative e di sicurezza per ottenere tempi di istallazione contenuti e risultato congruo alle aspettative. Dati: Proiezioni multiple sincronizzate Proiezioni Full HD Proiezioni Pellicola 16 mm Assenza possibilità di fissaggio alle pareti. Fonti sonore multiple in ambiente altamente riveberante Alto numero di sorgenti video Assenza di personale tecnico in loco per avvio apparati -
CONCERTI – CLASSICA
View Project →CONCERTI – CLASSICATYPE / Concerti Classica, Eventi, Home PageCATEGORY / Istallazioni Temporanee, VideoConcerto di Natale 2013 del Gruppo Giovani imprenditori della provincia di TorinoPROGRAMMA
Carl Orff (1895 – 1982)
Carmina burana
Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae,
comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis
Cantata scenica per soli, coro e orchestra
Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte
Gianni Monte, direttore
Alexandra Zabala, soprano
Alejandro Escobar, tenore
Federico Longhi, baritono
maestri Coro Mozart di Ivrea Sabrina Pecchenino e Riccardo Sgubin,
maestri Corale Città di Borgaro Tamara Bairo e Marcella Tessarin,
maestro Piccolo Coro Mozart di Ivrea Cristina Perucchione
Ripresa e registrazione audio e video digitali in alta definizione
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G8 University Summit 2009 Torino
View Project →G8 University Summit 2009 TorinoTYPE / Eventi, Istallazioni TemporaneeCATEGORY / Istallazioni Temporanee, VideoFacoltà di Architettura Castello del Valentino Torino Summit G8 Università 2009 Torino Italy Evento di elvata qualità e ricco di tecnologie impiegate. La realizzazione di eventi temporanei all'interno di realtà artistiche di particolare rilievo richiede una cura ed un attenzione elevatissime, il danneggiamento di parti architettoniche o offreschi può causare danni irreperabili. Fin dalla progettazione di questo evento, si sono tenuti in considerazione questi problemi: la scelta di fari LED, per contenere la temperatura e non danneggiare i colori degli affreschi, uso di elevatori multipli e di personale dedicato al controllo delle movimentazioni, rivestimento dei pavimenti in legno durante tutte le fasi dei lavori, rivestimento di cavi e condotti a contatto con le pareti e molti altri piccoli accorgimenti, hanno fatto si che nonostante le dimensioni e la richezza tecnica delle soluzioni adottate, non ci sia stato nessun danneggiamento delle strutture esistenti. -
The 338 Hour Cineclub
View Project →The 338 Hour CineclubTYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreLa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta The 338 Hour Cineclub, mostra conclusiva della settima edizione del progetto Residenze per Giovani Curatori, a cura di Rosalie Doubal (Uk, 1984), Alec Steadman (Uk, 1983), Emeline Vincent (Francia, 1983). La mostra sarà allestita nella sede di Torino della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e aprirà al pubblico l'8 maggio 2013, per concludersi il 15 settembre. La mostra presenta opere di artisti italiani che si confrontano con film e video in una varietà di forme. The 338 Hour Cineclub rispetta l’impegno individuale di ciascun artista selezionato, ponendo l’accento sul film come medium condiviso. Questo approccio è dovuto alla qualità delle ricerche e al confronto collettivo con il medium del film evidenziato nelle opere degli artisti invitati, i cui lavori affrontano questioni diverse, dal linguaggio del cinema puro alla politica. Tutti i lavori saranno esposti a rotazione nello schermo unico del cinema costruito in un padiglione temporaneo realizzato per l’occasione in una sala della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La struttura garantisce le condizioni per una visione cinematografica ottimale. The 338 Hour Cineclub considera l'intero arco temporale della mostra con un programma giornaliero che si svilupperà nelle 338 ore in cui il progetto sarà aperto al pubblico. Richiamandosi ai ritmi differenti della mostra tradizionale, questo format incoraggia il pubblico a tornare durante l'intera durata dell’esposizione, permettendo di vedere una selezione completa dell'opera di ogni artista. -
I Giganti di Mont’e Prama
View Project →I Giganti di Mont’e PramaTYPE / Audiovisual Engineering, Educational, Istallazioni Permanenti, MostreCATEGORY / Istallazioni Permanenti, Mostre, VideoI Giganti di Mont'e Prama (in sardo Is Istatuas de Mont'e Prama) sono sculture nuragiche a tutto tondo. Spezzate in numerosi frammenti, sono state trovate casualmente in un campo nel marzo del 1974 in località Mont'e Prama, a Cabras, nella Sardegna centro-occidentale. Le statue sono scolpite in arenaria gessosa locale e la loro altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri. Dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 1979, i 5.178 frammenti rinvenuti – tra i quali 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo – vennero custoditi nei magazzini del Museo archeologico nazionale di Cagliari per trent'anni, mentre alcune tra le parti più importanti furono esposte nello stesso museo. Insieme a statue e modelli di nuraghe furono trovati anche diversi betili del tipo "oragiana",[1] in genere pertinenti a una o più tombe dei giganti.[2] Con lo stanziamento dei fondi nel 2005 da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Sardegna, le statue sono state ricomposte dai restauratori del C.C.A. (Centro di Conservazione Archeologica di Roma), coordinati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, in collaborazione con quella per le province di Cagliari e Oristano, presso i locali del Centro di restauro e conservazione dei beni culturali di Li Punti a Sassari. Le sculture ricomposte sono risultate in totale trentotto: cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori, tredici modelli di nuraghe. -
Ian Cheng. Emissary in the Squat of Gods
View Project →Ian Cheng. Emissary in the Squat of GodsTYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / MostreIl lavoro di Ian Cheng esplora la natura della mutazione e la capacità umana di relazionarsi con il cambiamento. Nelle sue simulazioni, oggetti dall’aspetto familiare sono programmati secondo alcune proprietà di base, e lasciati a influenzarsi vicendevolmente all’infinito, senza controllo autoriale. Ne risultano comportamenti spesso imprevedibili, che si combinano e si smontano in un ecosistema virtuale. Modellazione algoritmica, game design e principi di improvvisazione informano il lavoro di Cheng; queste tecnologie impiegano le abitudini e la dignità umane come materiale grezzo per una mutazione. Cheng concepisce le sue simulazioni come una sorta di ginnastica neurologica, in cui l’arte diventa un mezzo per mettere deliberatamente alla prova i sentimenti di confusione, ansia e dissonanza cognitiva che accompagnano i momenti di cambiamento. Emissary in the Squat of Gods, 2015, è il primo episodio di una nuova serie di lavori dedicati alla storia dell’evoluzione cognitiva, passata e futura. Ispirato ai controversi scritti dello psicologo americano Julian Jaynes, il lavoro si basa sulla premessa che gli antichi non avessero coscienza. Durante i momenti di forte stress, l’essere umano pre-cosciente avrebbe sperimentato allucinazioni uditive indotte dall’emisfero destro del cervello, riconducibili a figure autoritarie – genitori, governatori, personaggi pubblici – che l’avrebbero spinto a reagire contro l’ignoto. Col passare del tempo queste voci divine hanno fallito nel rispondere alla complessità di un mondo in evoluzione, lasciando il posto a un’altra imperfetta tecnologia decisionale: la coscienza. Emissary in the Squat of Gods è composto da due forme contraddittorie: la simulazione di un’antica popolazione che affronta una minaccia geologica, e il racconto in chiave deterministica dell’emergere della coscienza di un emissario. Costretti ad abitare lo stesso paesaggio, le due forme minacciano costantemente di destabilizzarsi e modificarsi a vicenda. In questo modo, una storia può eludere la struttura tradizionale e rimandare all’infinito la sua conclusione. Le necessità narrative possono trasformare le simulazioni in sequenze stabili governate dal caos. Un’improvvisa configurazione emozionale può crescere dentro di noi, o senza di noi. Ian Cheng è nato a Los Angeles nel 1984. Vive e lavora a New York. Mostre personali: Real Humans (con Wu Tsang e Jordan Wolfson), Kunsthalle Düsseldorf, 2015; La Triennale di Milano, 2014; Baby ft. Bali, Standard, Oslo, 2013; Entropy Wrangler, Off Vendome, 2013; This Papaya Tastes Perfect, Formalist Sidewalk Poetry Club, 2011. Mostre collettive: Biennale di Taipei, 2014; Biennale di Lione, 2013; ProBio, MoMA PS1, 2013; A Disagreeable Object, Sculpture Center, 2012. -
Auditorium Biblioteca Nazionale Vivaldi
View Project →Auditorium Biblioteca Nazionale VivaldiTYPE / Home Page, Istallazioni PermanentiCATEGORY / Istallazioni PermanentiLa Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino presenta alla città il suo rinnovato Auditorium intitolato al musicista Antonio Vivaldi, del quale conserva il corpo principale dei manoscritti esistenti, oltre 450 composizioni. I lavori, iniziati nel 2014, hanno sottoposto i locali a nuovi moderni canoni architettonici e di sicurezza, con una caratteristica rampa semicircolare per l’accesso alla sala, una platea fino a 198 posti, un ampliato palco, una dotazione professionale di audiovisivi e una acustica di ottimo livello. Tutti gli interventi sono stati resi possibili grazie al contributo della Compagnia di San Paolo alla Associazione Amici della Biblioteca che ha concretamente provveduto a tutte le fasi dell’intervento, progettato e diretto dall’Officina delle Idee. L'Auditorium viene inaugurato il 18 settembre alle 11.30 con la conferenza stampa e alle 18 con interventi istituzionali (ingresso ad inviti), dalle 19 alle 21 è prevista la visita libera dal nuovo ingresso di piazza Carlo Alberto 5/a. -
CTO Summit Torino 2016 – 2017 -2018 -2019
View Project →CTO Summit Torino 2016 – 2017 -2018 -2019TYPE / Eventi, Istallazioni TemporaneeCATEGORY / Istallazioni TemporaneeLa Cardiologia del San Giovanni Bosco organizza la V edizione del CTO SUMMIT, il più importante Congresso scientifico Europeo in Cardiologia
Percutaneous revascularization of chronic total occlusions (CTO) is without any doubt the most challenging procedure in coronary interventional cardiology. The knowledge of new techniques, as well as new dedicated wires and devices, allow to optimize procedural success also in other complex coronary interventions, in elective or urgent settings. This new edition of CTO Summit in Turin is focused on Live cases, case review sessions and lecture from experts. Il Congresso diretto dal dr Roberto Garbo, responsabile della Cardiologia interventistica dell’Ospedale San Giovanni Bosco, e dal dr Andrea Gagnor, dell'ospedale MAria Vittoria e Mauro De Benedictis dell'ospedale Mauriziano; prevede l’esecuzione di vari interventi in collegamento diretto con trasmissione in alta definizione dal Servizio di Emodinamica dell’Ospedale San Giovanni Bosco e dal Servizio di Emodinamica dell’Ospedale Mauriziano. Gli interventi in diretta verranno eseguiti dal dott. Roberto Garbo e dal dott. Andrea Gagnor, esperti di livello europeo -
I see a darkness
View Project →I see a darknessTYPE / Istallazioni TemporaneeCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreAbbiamo realizzato questa magnifica mostra nella sua parte tecnologica per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. proiezioni singole e sincronizzate in alta definizione per questa nuova mostra curata da Irene Calderoni. -
World Bank
View Project →World BankTYPE / Audiovisual Engineering, Eventi, Istallazioni TemporaneeCATEGORY / Istallazioni Temporanee, VideoPresso l’auditorium della biblioteca nazionale universitaria di Torino si è tenuto il “GLOBAL PAYMENTS WEEK 2016″ organizzato dalla Banca Mondiale dove, per realizzarlo, abbiamo utilizzato apparati di ripresa e visulazzazione in formato FullHD progressivo e controlli audio/video digitali con configurazioni variabili; si è usato il tresferimento segnali video digitale in HDSDI e HDBT combinando carrier broadcast e professionali di ultima generazione, con telecamere robotizzate in alta definizione per ridurre al minimo la distrazione dei partecipanti ai lavori. Questi accorgementi tecnici, la grande professionalità di tutto il personale impiegato e la disponibilità di tutti i partecipanti hanno permesso il raggiungimento di un risultato più che eccelente, con la soddisfazione del cliente ai massimi livelli. Naturalmente ringrazio tutti i colleghi, collabortori, addetti e tutti coloro che hanno contribuito, con noi, a fare un ottimo lavoro con la massima soddisfazione del cliente. OVERVIEW The “Global Payments Week” is a biennial event that complements the activities carried out by the different regional initiatives. This event continues to bring together regional experts and IAC members to assess project progress, discuss the most important issues and trends in the field of payments and securities settlement, and agree upon next steps. Additionally, Global Payments Week provides a unique opportunity to get updates on the latest developments in payments on a global and regional level, network, and exchange experiences with other national and regional authorities. -
ED Atkins
View Project →ED AtkinsTYPE / MostreCATEGORY / MostreEd Atkins a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Irene Calderoni Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Periodo: 27 settembre 2016 – 29 gennaio 2017 Inaugurazione lunedì 26 settembre 2016, ore 18.30 Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea inaugura la personale dell’artista inglese Ed Atkins (Oxford, 1982) in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La mostra si sviluppa al terzo piano del Castello di Rivoli e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Al Castello di Rivoli sono presentate le opere Even Pricks, 2013, Warm, Warm, Warm Spring Mouths, 2013, Ribbons, 2014, Hisser, 2015 e Happy Birthday!!!, 2014, oltre a nuovi interventi dell’artista. Alla Fondazione Sandretto è presentata l’opera Safe Conduct, 2016, con nuovi elementi scultorei a parete. L’architettura contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita invece l’opera più recente dell’artista, Safe Conduct, 2016, un’installazione video a tre canali le cui immagini riprendono i filmati degli aeroporti che illustrano ai viaggiatori le procedure da seguire per passare i controlli di sicurezza. Oltre all’installazione video, Atkins presenterà una serie di nuovi lavori grafici collegati all’opera Safe Conduct. Alla Fondazione Sandretto, aggiunge Christov-Bakargiev, “il protagonista dà corpo allo stato d’ansia che caratterizza la nostra epoca di paure e vulnerabilità e al contempo di eccessi di controlli negli spazi pubblici che, sebbene abbiano la finalità di garantire la nostra sicurezza, finiscono con il ledere la nostra privacy. Il confine sempre più labile tra ciò che sembra reale e ciò che lo è davvero è uno dei temi trattati dall’artista, nonché un tratto distintivo della società digitale, in cui tutto è mediato”. (fonte:http://www.fsrr.org/mostre/ed-atkins/) -
Harun Farocki
View Project →Harun FarockiTYPE /CATEGORY / MostreLa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta l’opera Parallel I-IV di Harun Farocki, l’artista tedesco di origine cecoslovacca, nato nel 1944 e scomparso nel 2014. Realizzata tra il 2012 e il 2014, Parallel è la sua ultima opera ed è una delle acquisizioni più recenti della Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Universalmente riconosciuto come uno degli artisti e registi più innovativi e influenti del panorama internazionale, Harun Farocki ha sviluppato un cinema teorico e politico, capace di lavorare sulla quotidianità e al tempo stesso di indagare sui meccanismi e gli immaginari della società contemporanea, nelle sue diverse forme retoriche e ideologiche. Parallel I-IV è una videoinstallazione a 4 canali che riflette sull’influenza che i videogame hanno avuto sul cinema, attraverso un’indagine focalizzata sulle metodologie che stanno alla base della loro realizzazione e sulle regole che determinano le animazioni computerizzate. Si ringrazia la Fondazione Sandretto per l'uso delle immagini -
Like a Moth to a flame
View Project →Like a Moth to a flameTYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY /Artisti in mostra: Pawel Althamer, Lina Bertucci, Janet Cardiff & George Bures Miller, Maurizio Cattelan, Gianni Colombo, Enrico David, Tacita Dean, Guy Debord, Georges Demenÿ, Cecil B. Evans, Valie Export, Hans-Peter Feldmann, Katharina Fritsch, Giuseppe Pinot Gallizio, Liam Gillick, Liz Glynn, Guan Xiao, João Maria Gusmão e Pedro Paiva, Rachel Harrison, Mona Hatoum, Thomas Hirschhorn, Damien Hirst, Carsten Höller, Marine Hugonnier, Pierre Huyghe, Ragnar Kjartansson, Barbara Kruger, Louise Lawler, Sherrie Levine, Liu Wei, Sarah Lucas, Mark Manders, David Medalla, Shirin Neshat, Catherine Opie, Lari Pittman, Paola Pivi, Charles Ray, Tobias Rehberger, Thomas Ruff, Collier Schorr, Tino Sehgal, Simon Starling, Hito Steyerl, Wolfgang Tillmans, Nanni Valentini, Adrian Villar Rojas, Jeff Wall, Rachel Whiteread, Cerith Wyn Evans, Yang Fudong, Artur Zmijewski. OGR- officine grandi riparazioni Martedì – Giovedì 11.00 – 19.00 Venerdì 11.00 – 22.00 Sabato 10-19 Domenica 10.00 – 18.00 Lunedì Chiuso Intero 9, ridotto 5 www.ogrtorino.it Fondazione Sandretto Re Rebaudengo giovedì: 20 – 23 ingresso gratuito dal venerdì alle domenica: 12 – 19 Intero 5, ridotto 3 www.fsrr.org -
Anche le statue muoiono
View Project →Anche le statue muoionoTYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreProgetto realizzato grazie alla collaborazione tra Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali e Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino. La riflessione su un tema di stringente attualità quale la distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale ha indotto tre istituzioni torinesi – i Musei Reali, il Museo Egizio e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – a dar vita a un progetto espositivo dal titolo Anche le statue muoiono (mutuato dal documentario del noto regista francese Alain Resnais e di Chris Marker). Le opere saranno ospitate nelle sedi delle tre realtà proponenti creando così un filo che attraversa, anche fisicamente, la città di Torino e rivolgendosi a pubblici diversi che potranno così entrare in dialogo. Ai curatori delle tre realtà coinvolte si affianca la collaborazione dell’Università degli Studi di Torino e in particolar modo del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino, diretto da Stefano de Martino. L’obiettivo è far dialogare opere d’arte di differenti epoche e provenienti da contesti geografici diversi attorno a un tema trasversale come quello della distruzione, quindi parallelamente della conservazione e protezione, del patrimonio culturale. La sfida più rilevante di un progetto come questo è far coesistere collezioni di istituzioni tra loro profondamente eterogenee per far in modo che possano rispondere a domande quali: qual è il ruolo di un patrimonio storico-artistico nei processi di costruzione dell’identità culturale di un popolo? Quali sono gli effetti di una devastazione così estrema sul senso di appartenenza, sull’idea di tradizione e condivisione, sulla possibilità di concepirsi come un insieme? Su quali basi si può costruire un futuro, se le tracce del proprio passato sono state sistematicamente obliterate? Come si può concepire un’idea di riparazione, di riconciliazione? La mostra Anche le statue muoiono vuole tentare di rispondere a queste domande attraverso il dialogo tra opere d’arte contemporanee, antiche e materiale documentario fotografico. -
Susan Hiller “Social Facts”
View Project →Susan Hiller “Social Facts”TYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreSUSAN HILLER, Social Facts A cura di Barbara Casavecchia 29 marzo - 24 giugno 2018 Social Facts (Fatti Sociali) è il titolo scelto da Susan Hiller per la sua mostra alle OGR. Nasce da un'espressione che l’artista usa spesso per descrivere i materiali su cui basa il proprio lavoro, cioè gli artefatti culturali della nostra società. Hiller (nata nel 1940 negli USA, vive e lavora a Londra dagli anni Sessanta) è una delle artiste più influenti della sua generazione. Con le sue pionieristiche installazioni, videoproiezioni multischermo, opere sonore, “ricerche di gruppo”, fotografie e sculture, progetti interattivi online, scritti e conferenze, Hiller focalizza da quasi cinque decenni la propria attenzione su ciò che è "altro” e spesso relegato ai margini della sfera pubblica. Hiller dice: "Ciò che m’interessa è invisibile. Non in senso letterale, ma perché nessuno vi presta attenzione e di conseguenza non si vede". Nelle sue esplorazioni del subconscio e dell’inconscio collettivo, ha usato sogni e memorie, telepatia, scritture automatiche, canzoni di protesta, lingue scomparse, esperienze soprannaturali o visionarie, avvistamenti di oggetti volanti non identificati. È affascinata dal modo in cui la tecnologia influenza la nostra percezione del mondo e da quanto Internet sia oggi un gigantesco archivio globale di racconti, storie e confessioni. Hiller percorre i confini tra ordinario e straordinario, credibile e incredibile, razionale e irrazionale, ma non li traccia mai. È al pubblico che spetta il compito di affrontare le contraddizioni dei nostri sistemi di valori e orientarsi secondo le proprie convinzioni - una condizione contemporanea sempre più frequente, ora che le notizie possono essere "false", i fatti possono essere "alternativi", e la comunicazione viaggia attraverso le “bolle” individuali o collettive dei social media. Alle OGR, Hiller offre un’esperienza immersiva incentrata su un nuovo lavoro, Illuminazioni (2018, 30 minuti), una videoproiezione che riunisce i racconti orali di alcune esperienze di fenomeni luminosi misteriosi e senza spiegazione. Hiller ha tenuto mostre personali nei più importanti musei internazionali. Tra le più rilevanti, le antologiche mid career all’ICA di Londra (1986), alla Tate Liverpool (1996) e al Moderna Museet di Stoccolma (2007); le retrospettive al Baltic, Gateshead; Museu Serralves, Porto (2004), alla Kunsthalle Basel (2005) e alla Tate Britain di Londra (2011). Ha partecipato a Documenta 13 (2012) e Documenta 14 (2017), ad Atene e Kassel. In Italia, Hiller ha esposto al Castello di Rivoli (2006, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev) e alla Fondazione Antonio Ratti di Como (2011), dove è stata Visiting Professor. -
Tell me a Story: Locality and Narrative
View Project →Tell me a Story: Locality and NarrativeTYPE / MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreTell me a story: Locality and Narrative Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino A cura di Amy Cheng e Hsieh Feng-Rong 7 giugno – 7 ottobre 2018 Inaugurazione: 7 giugno, ore 19 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 7 giugno al 7 ottobre, presenta “Tell Me a Story: Locality and Narrative”, mostra a cura di Amy Cheng e Hsieh Feng-Rong che espone artisti da tutta l’Asia portandoli a condividere 12 storie legate ad altrettante culture regionali, e a tracciarne l’evoluzione fino all’era moderna. “Tell me a story” è la seconda mostra che nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Rockbund Art Museum di Shanghai dopo “Walking on the fade out lines, opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo” presentata al RAM dal 24 marzo al 27 maggio 2018. Attraverso l’esplorazione dei legami personali fra artista e ambiente, ogni opera dipinge molteplici sfaccettature della vita locale, rivelando allo stesso tempo un lato dell’Asia che spesso resta invisibile e impercettibile. Benché provenienti da diversi luoghi e culture, queste storie creano fra loro un rapporto che è tanto armonico quanto è contrastante. Ognuna propone infatti una diversa saga locale, e tuttavia manifesta una storia più profonda e condivisa, mettendo in luce tutta la complessità dell’esistenza “sul terreno” nelle società asiatiche contemporanee. Vita ai margini La mostra si apre con la videoinstallazione Fireworks (Archive) di Apichatpong, Fireworks (Archive), che conduce lo spettatore attraverso un surreale viaggio notturno in un tempio sul confine della Tailandia settentrionale. Le uniche fonti di illuminazione sono quelle introdotte dallo stesso Apichatpong. Torce elettriche e fuochi d’artificio illuminano la statuaria macabra e desolata del tempio, e le subitanee vampate incandescenti ricordano le fiamme della guerra, che devastavano la regione quando fu cancellata dalla colonizzazione di Bangkok, e bombardata dall’esercito USA durante gli anni Settanta. L’artista descrive la sua opera come una “macchina dei ricordi allucinogena.” Il confine fra fantasia e realtà dei fatti è oscuro come i recessi bui della storia stessa. In forte contrasto, il fotografo giapponese Tomoko Yoneda visita l’isola disabitata di Sakhalin, utilizzando una fotografia più concettuale e sofisticata per catturare la storia sinistra della vita passata in questo luogo. Un tempo abitata dagli operai di alcune fabbriche e dalle loro famiglie, l’isola fu occupata dall’esercito sovietico dopo la Seconda guerra mondiale. Le famiglie furono trasferite, ma le fabbriche rimasero, a sfidare gli elementi in totale solitudine. Otto fotografie colgono in pieno l’equilibrio fra il ruolo attuale dell’isola e quello precedente: il luogo è idilliaco, calmo, eppure privo di ogni vita umana. Ma la marginalità non esiste solo in periferia: a volte la troviamo anche nel cuore pulsante di una metropoli frenetica. Let the Water Flow, di Field Recordings, mappa l’esistenza precaria dei lavoratori migranti ancorati sulle sponde del torrente Suzhou e del fiume Huangpu, a Shanghai. Il confine fra terra e acqua rispecchia la barriera politica ed economica che si para di fronte a questi lavoratori, mentre contemplano il panorama fisso dei grattacieli dal ponte delle loro barche, dondolando sulle onde dei due corsi d’acqua. Una parte dell’opera presenta una rassegna di studi accademici sui rapporti fra uomo e ambiente, vita e acqua. Un’altra parte segue i lavoratori in una panoramica di ricerche sul campo, svelando il loro fragile legame con un’economia che va globalizzandosi. Narrare al di là dello spazio e del tempo: rivisitazione, immaginazione e ricostruzione Benché il destino delle persone sia inscritto nei confini geografici e nazionali, è anche vero che una terra e i suoi contorni sono definiti dalla sua popolazione. Mentre alcuni dei lavori in mostra si muovono intorno a storie e strutture collocate nello spazio e nel tempo, altri rivelano il legame molto concreto esistente fra popolazione e territorio attraverso proiezioni immaginarie, nel passato e nel futuro. Queste opere svelano il non meno importante ruolo dell’immaginazione nel dar forma a un luogo, insieme al rapporto di duplicità fra terreno e cultura, e al modo in cui si influenzano a vicenda. La forza dell’immaginazione e il potenziale del futuro non sono meno importanti dei fatti storici, o dei limiti fisici, nel trasformare paesaggi più o meno grandi o piccoli. Un modo per portare alla luce questo rapporto è ridisegnare le sue stesse linee fisiche. Hong Kong is Land di MAP Office è un’installazione composta da schermi pieghevoli e da video, che ci presentano la mappa di una Hong Kong “futura” — che comprende diverse nuove isole, e dà indicazioni dettagliate su edifici e fabbriche, case e giardini botanici. Hong Kong is Land è una profezia rivolta a Hong Kong, che elabora il suo futuro rispetto a ecologia, territorio, sistema economico, e alle condizioni della sua vita collettiva. Se Hong Kong is Land guarda al futuro, Grand Voyage: A study on Name si volge al passato. Ispirati dall’idea del viaggio per mare, Guo Xi e Zhang Jianling si imbarcano su una nave alla scoperta delle origini del nome Blue Hydrangea (ortensia blu). Gli artisti navigano realmente intorno a Europa, Giappone e continente asiatico, e tuttavia Grand Voyage: A Study on Name condivide con Hong Kong is Land l’uso della fantasia. Video e oggetti di recupero si intrecciano per narrare una storia che non è basata su alcun luogo geografico o periodo concreto. Entrambe le opere si collocano fra fantasia e realtà. Ricostruendo gli ambienti per il tramite dell’immaginazione, esplorano luoghi e storie in modo radicale e profondo. Nuove possibilità del narrare Per la mostra che si terrà il prossimo giugno presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, i curatori invitano tre nuovi artisti a partecipare al processo di narrazione, indagando diverse possibilità del narrare attraverso l’arte. Utilizzando teche animate, un letto in teak e una pellicola sperimentale animata a mano, Lucy Davis ci porta dentro un’installazione teatrale, che rispecchia il suo attuale interesse politico-economico per i cambiamenti macro-ecologici nelle isole del Sudest asiatico a partire dal XIX secolo, in particolare l’impoverimento dell’ambiente forestale e costiero dell’arcipelago. Il murales di piastrelle di Chen Po-I rivela una storia nascosta attraverso i murales di piastrelle presenti in un popolare luogo turistico, il Largo da Sé, a Macao. Di solito i turisti si fotografano di fronte ai murales, ignorando però le storie che celano, e considerandoli come meri elementi decorativi. I murales furono realizzati dal governo locale dopo il ritorno di Macao alla Cina, ma il loro contenuto ci parla di una storia coloniale legata al Portogallo, che stimola l’artista a indagare meglio questa dislocazione ideologica nel corso della storia. L’artista fa uso di uno speciale smalto per raffigurare alcuni eventi storici significativi sulle piastrelle, che però diventano visibili solo se innaffiati con acqua fredda, per poi svanire poco dopo. Queste immagini fuggevoli sono simili alla storia nascosta, che esiste ma non sempre è visibile. La videoinstallazione Spirit-Writing di Hsu Chia-Wei presenta un insolito dialogo fra l’artista e il dio-rana Marshal Tie Jia che, secondo la leggenda, nasce in un piccolo stagno più di 1400 anni fa a Jiangxi, in Cina. Gli abitanti del villaggio locale comunicano con il dio-rana attraverso un inedito rituale di divinazione che coinvolge una sedia, durante il quale la seduta divinatoria viene scossa violentemente dai comandi del dio, andando a sbattere contro l’altare e tracciando le parole che corrispondono agli ordini del potere divino. Hsu applica la tecnica della cattura del movimento in studio per documentare i movimenti della sedia divinatoria, che viene post-prodotta in animazione 3D. I lavori descritti sono solo alcune delle 12 affascinanti opere visibili nella mostra “Tell Me a Story: Locality and Narrative.”Considerate nel loro insieme, le opere manifestano una notevole eterogeneità, e tuttavia condividono una narrazione comune. Un esame attento e personale del senso di sradicamento e di appartenenza, geografia e cultura, accumulazione storica e sogni del futuro: questi i tratti caratterizzanti il tono emotivo e i metodi degli artisti. Dal collegamento fra le loro opere emerge un panorama più ampio – tanto suggestivo, e forse incerto, quanto i temi che trattano, ma non per questo meno profondo. La mostra offre un valido contesto per misurarsi con la difficile questione di come conservare, ma anche scoprire, l’identità locale in interazione con le più ampie forze della società. In questo senso, lascerà senz’altro un’impronta negli spettatori che con coraggio vorranno raccogliere la sua sfida. Artisti in mostra: Au Sow-Yee, Chen Po-I, Lucy Davis, Guo Xi and Zhang Jianling, Hae Jun Jo and Kyeong Soo Lee, Hsu Chia-Wei, MAP Office, Field Recordings, Su Yu-Hsien, Koki Tanaka, Apichatpong Weerasethakul, Watan Wuma, Tomoko Yoneda. -
Fanatic Feelings Fashion Plays Football
View Project →Fanatic Feelings Fashion Plays FootballTYPE / MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreIn occasione di Pitti Immagine Uomo n.94 (Firenze, 12-15 giugno 2018), Fondazione Pitti Immagine Discovery presenta FANATIC FEELINGS - Fashion Plays Football, una mostra curata da Markus Ebner, fondatore dei fashion magazine tedeschi Achtung Mode e Sepp Football Fashion e dal critico d'arte contemporanea Francesco Bonami.Attraverso un ampio progetto multimediale, FANATIC FEELINGS metterà in luce l'attrazione che il mondo del calcio esercita sulla moda e sulla costruzione dell’immaginario maschile, anticipando l’unione tra sartoriale e sportswear. Con i Mondiali di Calcio 2018 che si svolgeranno in Russia e un’estetica ispirata a un Est Europa dalla forte influenza sul fashion contemporaneo, FANATIC FEELINGS sarà il tema del momento.I designer creano le divise delle squadre o intere collezioni ispirate all’abbigliamento calcistico, mentre i giocatori siedono nei front row delle sfilate o diventano modelli. Fanatic Feelings presenterà disegni di Karl Lagerfeld e di Hiroshi Tanabe - uno dei più importanti fashion illustrator contemporanei - che ritraggono celebri calciatori, e offrirà una ricca rappresentazione degli archivi di Sepp Football Fashion, dal 2002 al 2018, con immagini selezionate da Francesco Bonami con protagonisti come Kaka, Edison Cavani, Jérôme Boateng o Mesut Özil. Sarà inoltre proiettato “A 21st century portrait”, il film-documentario su Zinédine Zidane, realizzato da Douglas Gordon e Philippe Parreno.FANATIC FEELINGS commissionerà esclusivi progetti fotografici e di design, e ripercorrerà la vita di icone del calcio come George Best, Eric Cantona o Gigi Meroni, veri appassionati di moda, tra i precursori dello stretto rapporto tra calcio e costume. Ancora, nel percorso espositivo, una speciale sezione Street Style vedrà protagonisti personaggi come David Beckham, Neymar e Franck Ribéry e il loro daywear.All'interno di FANATIC FEELINGS troverà spazio anche AZZURRA, una project room curata dalla rivista Undici e dedicata alla celebrazione della storia, dell’eleganza, della tradizione, dei valori del calcio italiano, in un momento che segna anche la ripartenza del sistema calcio nel 120° anniversario della Figc – Federazione Italiana Giuoco Calcio. Immagini uniche, video, interviste e oggetti di culto che hanno segnato in modo indelebile la storia della maglia azzurra.E ancora, la mostra ripercorrerà attraverso alcuni scatti fotografici #YOOXSOCCERCOUTURE: uno speciale progetto di YOOX, sviluppato in partnership con Sepp, che ha riunito in occasione dei Mondiali e degli Europei di calcio degli ultimi anni, un team di designer internazionali per una capsule esclusiva di felpe e t-shirt ispirate ai propri Paesi. L’edizione di #YOOXSOCCERCOUTURE, creata per i prossimi mondiali di calcio di Russia 2018, sarà presentata in uno speciale pop-up store.Inoltre, nei giorni della mostra sarà aperto al pubblico di sportivi e visitatori anche un FANATIC BAR: avvolto da un’atmosfera stile bar sport - con gagliardetti delle squadre di calcio e fotografie di celebri campioni alle pareti - un bartender d'eccezione, Charles Schumann, preparerà speciali cocktail con la signature inimitabile che lo ha reso un’icona di stile.La colonna sonora della mostra è curata dal pioniere della musica elettronica DJ Hell, considerato in Germania e non solo un sommo erede dei Kaftwerk. Per questo progetto DJ Hell ha messo assieme in modo unico e ironico i finali delle sfilate di moda, tracce sonore di Karl Lagerfeld, assieme ai cori delle tifoserie e a spezzoni di dirette radiofoniche, mixati alle sue inconfondibili campionature elettroniche.Su FANATIC FEELINGS:“Fanatic Feelings è il terzo episodio del programma triennale di collaborazione tra Fondazione Pitti Immagine Discovery e Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. – dice Andrea Cavicchi, presidente del Centro e di Fondazione Pitti Discovery – Con Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, condividiamo l’idea di un Museo della Moda diffuso in città ed è per questo che, insieme ai curatori, stavolta abbiamo scelto, grazie al Comune di Firenze, uno spazio diverso da Palazzo Pitti ma ugualmente di grande fascino, come il Complesso di Santa Maria Novella. Con i progetti della Fondazione vogliamo contribuire a fare del Museo della Moda un brand internazionale, non solo investire sulla sua sede fisica”."La moda maschile sta attraversando un momento di grande commistione tra il mondo della sartoria, dello sport, dell’active e dello street wear. L’idea di un Football Fashion come espressione di stile personale si manifesterà sempre di più in futuro. Perché dunque non indossare la maglia della nostra squadra preferita sotto a un completo sartoriale? La mostra darà proprio luce a questo argomento", afferma Markus Ebner, uno dei protagonisti del legame tra moda e calcio fin dal 2002."Fanatic Feelings si concentrerà sull'immediatezza espressiva e sull'aspetto fortemente emotivo che moda e calcio condividono." - dice Francesco Bonami, curatore della mostra - "Mentre la sfilata di moda comprime in pochi istanti la visione di un'intera stagione, il campo da calcio sviluppa un diverso senso del tempo, dilatandolo per tutto il campionato."“Pitti Discovery ha spesso indagato i rapporti che legano la moda a fenomeni del costume contemporaneo – dice Lapo Cianchi, Segretario Generale della Fondazione – e lo sport, in particolare il calcio, era da tempo nelle nostre riflessioni. Adesso, con il campionato del mondo in Russia che si aprirà proprio durante Pitti Uomo, abbiamo l’occasione giusta per sviluppare un progetto che vuole essere al tempo stesso colto, popolare e glamour”. -
“Forgive me, distant wars, for bringing flowers home”
View Project →“Forgive me, distant wars, for bringing flowers home”TYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreRamin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian. "Forgive me, distant wars, for bringing flowers home" | Opening: 12 luglio 2018, ore 19.30 - 24.00 | | Talk: 12 luglio 2018, ore 18.00 | Binario 1 OGR - Officine Grandi Riparazioni "Forgive me, distant wars, for bringing flowers home" – verso tratto dalla poesia Under One Small Star di Wislawa Szymborska – è il titolo scelto per la mostra di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian in programma alle OGR di Torino dal 12 luglio al 30 settembre 2018. Un percorso espositivo che cerca di dare una chiave di lettura alla pratica artistica di Ramin, Rokni ed Hesam, concentrandosi sulle loro metodologie di lavoro e sul processo di realizzazione e di comunicazione delle opere. Negli ultimi decenni, i tre artisti hanno condiviso una filosofia di vita che li ha condotti a una “creazione comune”, condizionata dalla relazione con le conoscenze e le capacità tecniche altrui, nella quale la pratica individuale e quella collettiva interagiscono. Dall’intreccio dei loro dialoghi con quelli di altri artisti, amici e collaboratori – tra cui il direttore di scena Joan Baixas, l’ingegnere robotico John Cole, l’artista di comunità Niyaz Azadikhah, e lo scrittore e produttore Mandana Mohit – è emerso un linguaggio personale che ha permesso ai tre artisti di presentare, all’interno del proprio processo creativo, diversi livelli di contenuto e struttura. Consapevoli che la loro pratica non comprende solo ciò che da loro è creato, ma anche i contributi degli altri individui con i quali si relazionano, Ramin, Rokni ed Hesam rifiutano il concetto dell’Artista Genio, preferendo riconoscere tutti i facenti parte del processo di realizzazione del lavoro – da altri artisti a falegnami, tecnici e light designer – come parte del processo di sviluppo di un ambiente condiviso e collaborativo determinante nella creazione di qualcosa di nuovo. Ad esempio, di una mostra. In altre parole, i partecipanti condividono metodi, modi di pensare e lavorare, costruendo di conseguenza una sensibilità altra che permette la creazione di qualcosa di nuovo. Nella loro pratica collaborativa, gli artisti creano una serie di alter ego che permette loro di giocare con le identità individuali, lavorando con tematiche legate al linguaggio, allo spazio vuoto, al potere, alla trasformazione, all’appartenenza, al dislocamento, all’esilio, alla sofferenza e alla distruzione. Queste creature – così come gli artisti stessi le definiscono – vivono in video documentari sul loro processo creativo e in performance video, vere e proprie opere d’arte. Questi personaggi, antropomorfi, fito o zoomorfi, sono caratterizzati da un qualche tipo di limitazione sensoriale o motoria, considerata dagli artisti punto di partenza per affinare gli altri sensi. Piccole persone con nasi e orecchie da roditori, code da pesce o teste di lattuga diventano quindi protagoniste di un mondo fittizio che entra nella vita degli spettatori come performance live o installazione di opere create dalle creature stesse. Reinterpretando la pratica dell’objet trouvè, quando diventano creature e desiderano raccontare la loro storia, gli artisti selezionano una serie di oggetti quotidiani. Oggetti indossati, malconci o dimenticati sono reinventati in un mondo parallelo e connotati da nuovi significati. Nel loro materializzare un immaginario, nel loro riuso di oggetti abbandonati, le creature offrono una sottile, a volte opaca, lettura della società contemporanea. La mostra non vuole essere una retrospettiva dell’opera degli artisti. Forgive me, distant wars, for bringing flowers home desidera essere una dimostrazione del come Ramin, Rokni ed Hesam sviluppino il loro senso eterogeneo di creazione, un racconto del lavoro da una prospettiva che ne osserva il meccanismo e ne esalta la filosofia basata sulla condivisione della realtà e l’inclusione degli altri. — Estratto, riadattato in lingua italiana, dal testo curatoriale scritto da Abaseh Mirvali e Constanza Medina. Con il supporto di Fondazione CRT Con il contributo di Alserkal Avenue, Artissima, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo In collaborazione con il Teatro Regio di Torino Un ringraziamento speciale a Gallery Isabelle van den Eynde, Galerie Krinzinger, In Situ Fabienne Leclerc -
Rachel Rose – Wil o Wisp
View Project →Rachel Rose – Wil o WispTYPE / Home Page, Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreRachel Rose Wil-o-Wisp A cura di Erica F. Battle Fondazione Sandretto Re Rebaudengo 2 novembre 2018 – 3 Febbraio 2019 Rachel Rose (Stati Uniti, 1986) è la prima assegnataria della Future Fields Commission in Time-Based Media, un’iniziativa a sostegno della creazione, da parte di artisti emergenti, di opere innovative nei campi di videoarte, cinema, performance e sound art. La video-installazione commissionata a Rose, Wil-o-Wisp, è la sua prima opera basata in gran parte sull’azione dal vivo, che l’artista combina con il suo caratteristico montaggio video, con l’intento di esplorare il modo in cui le coincidenze e la pratica della magia influenzano il destino di una donna nell’Inghilterra rurale del XVI e XVII secolo. Rose colloca la storia della sua protagonista, Elspeth Blake, sullo sfondo del Movimento per le Enclosures, l’ondata di sistematica privatizzazione dei terreni comuni in Inghilterra, che causò lo scoppio di tumulti e violente sollevazioni nel mondo agrario. Conosciamo Elspeth dapprima come moglie e madre nel 1570, nel momento in cui sua figlia Celestina esce di casa di soppiatto, nottetempo: un atto che comporta gravi conseguenze. La ritroviamo nel 1603 nelle vesti di mistica, mentre guarisce un uomo per mezzo del trasferimento, cioè canalizzando la forza vitale da un essere a un altro in virtù della magia. Spiata da un compaesano, che la denuncia al prefetto della città, Elspeth viene portata via e dovrà affrontare un futuro di persecuzione. Questi due capitoli della vita di Elspeth si rifanno ai racconti di guaritrici perseguitate per le loro pratiche, poiché considerate come una deviazione e una minaccia in un contesto sociale sempre più regolamentato. Intrecciando l’aspra realtà del paesaggio rurale inglese con spiriti, spettri e forze eteree della magia, Rose si interroga sul modo in cui la nostra percezione del mondo e degli altri può cambiare anche radicalmente all’interno delle mutevoli norme sociali e dei movimenti sismici della storia. L’installazione di Rose evoca questi movimenti attraverso i materiali di cui si compone, che generano un effetto moiré — un’increspatura della luce simile a uno scintillio — grazie ai due strati di tessuto a rete trasparente di cui è tappezzato l’interno della stanza. Rachel Rose: Wil-o-Wisp/The Future Fields Commission è organizzata da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in collaborazione con il Philadelphia Museum of Art. The Future Fields Commission in Time-Based Media è un’iniziativa promossa congiuntamente dal Museo e dalla Fondazione. È una piattaforma concepita per sostenere, con cadenza biennale, la produzione e la co-acquisizione di opere create dalle nuove, coinvolgenti voci di videoarte, sound art e performance. L’opera di Rachel Rose Wil-o-Wisp (Moiré Installation) sarà acquisita congiuntamente dalle due istituzioni. -
Museo Egizio – Archeologia Invisibile
View Project →Museo Egizio – Archeologia InvisibileTYPE / Egizio Archologia Invisibile, Home PageCATEGORY / Istallazioni Temporanee, Mostre, Video“Archeologia invisibile” è il titolo della nuova mostra temporanea visitabile dal 13 marzo fino al 6 gennaio 2020. Lo scopo dell’allestimento è illustrare principi, strumenti, esempi e risultati della meticolosa opera di ricomposizione di informazioni, dati e nozioni resa oggi possibile dall'applicazione delle scienze alla propria disciplina e, in particolare, allo studio dei reperti. Cos'è in grado di raccontare un oggetto di sé? I nostri sensi ce ne restituiscono informazioni base come l’aspetto, la dimensione, la forma, il colore, finanche le tracce che l’uomo, la natura o il tempo vi hanno impresso. Eppure, tutto ciò non è evidentemente sufficiente a disvelare l’intera storia e il ciclo di vita. L’archeometria – insieme delle tecniche adottate per studiare i materiali, i metodi di produzione e la storia conservativa dei reperti – rende possibile interrogare gli oggetti: grazie alla crescente interazione con le competenze della chimica, della fisica o della radiologia, il patrimonio materiale della collezione del Museo Egizio rivela di sé elementi e notizie altrimenti inaccessibili. Un network di istituzioni da tutto il mondo che, tramite le nuove tecnologie, si pone al servizio del passato per rendere visibile ciò che è invisibile. Hanno collaborato con noi: Acuson, Robin Studio, Decor edile Regina -
Biennale immagine in movimento
View Project →Biennale immagine in movimentoTYPE / Eventi, Home Page, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreBiennale dell'Immagine In Movimento, a cura di Andrea Bellini & Andrea Lissoni Orari mostra: giovedì - venerdì, dalle 15:00 alle 22; sabato 28 - domenica 29, dalle 11:00 alle 19:00 Binario 1 & 2 | OGR Torino Artisti: Andreas Angelidakis, Lawrence Abu Hamdan, Korakrit Arunanondchai & Alex Gvojic, Meriem Bennani, Ian Cheng, Elysia Crampton, Tamara Henderson, Kahlil Joseph Grazie all’inedita e articolata collaborazione avviata tra il Centre d’Art Contemporain di Ginevra e le OGR Torino in occasione dell’edizione 2018 della Biennale, dal 21 giugno al 29 settembre 2019 la Biennale dell'Immagine in Movimento - The Sound of Screens Imploding, per la prima volta in assoluto nella sua lunga esistenza lascia la sua sede storica di Ginevra per trasferirsi a Torino. Sotto la guida di Andrea Lissoni, Senior Curator della Tate Modern di Londra, e di Andrea Bellini, Direttore del Centre d’Art Contemporain, a Torino viene allestita una differente versione della mostra ginevrina, ripensata per gli spazi delle ex officine di Corso Castelfidardo grazie al supporto di Andreas Angelidakis, già architetto della Biennale di Berlino 2014 e di Documenta 2017. Partendo dall'idea che l'era della proiezione su schermi stia volgendo al termine per lasciare spazio a nuove e riverberanti realtà, La Biennale dell'Immagine in Movimento - The Sound of Screens Imploding indaga lo stato odierno della video arte e il suo display espositivo, sottolineando il potenziale sperimentale dei nuovi linguaggi e analizzando quelle che sono le peculiarità che li determinano. L’analisi sull'attualità e sulla politica è messa in scena grazie a una serie di dialoghi tra artisti differenti per poetica e provenienza geografica, ma tutti solidamente radicati nella storia del loro tempo. Troviamo così esposti in mostra i lavori di Lawrence Abu Hamdan, Korakrit Arunanondchai & Alex Gvojic, Meriem Bennani, Ian Cheng, Elysia Crampton, Tamara Henderson e Kahlil Joseph, e Andreas Angelidakis. -
Stragedia
View Project →StragediaTYPE / Home Page, Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreNino Migliori. Stragedia
27 giugno 2020 – 7 febbraio 2021 Ex Chiesa di San Mattia Via Sant'Isaia 14/a Bologna Il ritorno al lavoro post covid ci ha visto realizzare questa magnifica installazione, dove Paolo Barbieri ha progettato il concept e tutta la realizzazione tecnica dell'opera, una serie di schermi di dimensioni diverse con Il montaggio video di Simone ed Elide e le Musiche di Aurelio proiettano lo spettatore in una soluzione immersiva, traformando una mostra fotografica in una soluzione che avvolge ed emoziona. Sabato 27 giugno 2020, nel giorno della ricorrenza del quarantesimo anniversario della Strage di Ustica, si apre la mostra Nino Migliori. Stragedia promossa da Comune di Bologna, Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Museo per la Memoria di Ustica, Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, in collaborazione con Fondazione Nino Migliori, MiBACT – Direzione Regionale Musei Emilia Romagna, Cronopios e con il sostegno di Fondazione MAST. Il progetto - ideato da Nino Migliori e Paolo Barbieri con Aurelio Zarrelli, Elide Blind, Simone Tacconelli e curato da Lorenzo Balbi - viene presentato fino al 7 febbraio 2021 nella sede della Ex Chiesa di San Mattia, a ingresso libero con prenotazione. Stragedia è un'installazione immersiva che nasce da una rielaborazione delle immagini scattate dal fotografo nel 2007, durante l'allestimento dei resti del velivolo negli spazi del Museo per la Memoria di Ustica. Gli 81 scatti, corrispondenti al numero di vittime della strage, sono eseguiti a “lume di candela” tecnica utilizzata da Migliori dal 2006 per la serie Lumen. Stragedia interpreta l'evento tramite immagini che sconfinano nell'astratto, in cui dettagli e frammenti permettono una perdita di scala, la stessa che inevitabilmente entra in gioco quando si tratta di dare voce ad una tragedia storica. In occasione della mostra, Edizioni MAMbo pubblica un catalogo a cura di Lorenzo Balbi, che contiene la riproduzione della serie completa delle 81 immagini. Il progetto espositivo Nino Migliori. Stragedia apre la rassegna di eventi culturali Attorno al Museo promossa da Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica con Regione Emilia-Romagna, Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna | Museo per la Memoria di Ustica | Comune di Bologna - Quartiere Navile e fa parte di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna - Destinazione Turistica. Hanno collaborato con noi: Acuson, Cronopios, Architettureventi -
Martine Syms: Neural Swamp
View Project →Martine Syms: Neural SwampTYPE /CATEGORY /Martine Syms: Neural Swamp A cura di Irene Calderoni e Amanda Sroka 5 novembre 2021 – 30 gennaio 2022 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino Inaugurazione: 5 novembre, ore 18.30 – 21.00 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 5 novembre al 30 gennaio, presenta una nuova installazione di Martine Syms, assegnataria della seconda edizione della Future Fields Commission in Time-Based Media, conferita all’artista congiuntamente dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art. Intitolata Neural Swamp, l’opera di Syms sarà in mostra alla Fondazione, e successivamente sarà presentata al Philadelphia Museum of Art, dove aprirà a primavera 2022. Martine Syms lavora con film, performance, installazione e produzioni editoriali; le sue opere esplorano le rappresentazioni del corpo nero femminile nello spazio digitale e il senso di frammentazione e performatività che caratterizzano la cultura al tempo di internet e dei social media. Attraverso l’oscillazione continua tra immagine fissa e in movimento, cinematico e quotidiano, monologo e ensemble, i suoi lavori svelano i modi in cui l’identità è oggi costruita, esibita, confezionata e consumata. La nuova opera in mostra si fonda sull’interesse di Syms verso la proliferazione, circolazione e fruizione delle immagini, così come sulla sua costante ricerca intorno ai sistemi tecnologici che cancellano o rendono invisibili i corpi, le voci e le narrazioni nere. Neural Swamp è una installazione immersiva che vede protagoniste tre entità: Athena, Dee e la narratrice. Ciascuna appare su un monitor o su uno schermo, le loro immagini si proiettano sulla superficie espositiva, invadono lo spazio insieme alle loro voci, impegnate nella lettura di un copione che è generato in tempo reale da un software AI di scrittura. Anche le voci delle protagoniste sono prodotte da una intelligenza artificiale, che l’artista ha sviluppato e addestrato sulla base della propria voce e di quelle di due attrici famose. Il modello di generazione di testo produce le parole e la sceneggiatura in progress che le attrici interpretano attraverso queste voci artificiali. I personaggi interagiscono, ma le loro voci definiscono più una distanza che una relazione. Lo spazio espositivo è concepito come una esperienza immersiva in cui si rispecchiano elementi della narrazione video, con particolare riferimento al mondo dello sport, cui appartiene il personaggio di Athena, ex campionessa di golf. Attrezzature per allenamenti ginnici fanno da supporto ai dispositivi video, mentre l’ambientazione ricorda un campo da golf o una tenso-struttura sportiva. Il pubblico esplora così uno spazio ambiguo tra interno ed esterno, artificiale e reale, umano e non umano. Martine Syms Martine Syms (USA, 1988). Ha studiato al Bard College (MFA 2017) e alla School of the Art Institute of Chicago (BFA 2007). Ha avuto mostre personali presso numerose istituzioni tra cui Fridericianum, Kassel (2021); Saint Louis Art Museum (2020); Secession, Vienna (2019); Institute of Contemporary Art at Virginia Commonwealth University, Richmond (2019); Graham Foundation Chicago (2018); Serralves Foundation, Porto (2018); MoMA, New York (2017); ICA Institute of Contemporary Art, London (2016). Il suo lavoro è stato incluso in importanti mostre e rassegne collettive internazionali tra cui Glasgow International, Tramway, Glasgow (2021), Liverpool Biennial (2021); Uncanny Valley: Being Human in the Age of AI, Fine Arts Museums of San Francisco (2020); Whitney Biennial 2019 (2019);The Body Electric, Walker Art Centre, Minneapolis (2019); The 12th Gwangju Biennale: Imagined Borders, Gwangju (2018). Syms è stata anche co-direttrice dello spazio progetto Golden Age di Chicago, ed è fondatrice della casa editrice indipendente Dominica. Vive a Los Angeles, dove insegna alla Facoltà di arte del California Institute of the Arts. La mostra è curata da Irene Calderoni (Capo curatrice, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e Amanda Sroka (Assistant Curator of Contemporary Art,Philadelphia Museum of Art). La Future Fields Commission viene concessa ogni due anni ad un artista selezionato da una rosa di nominati scelti da un gruppo formato da curatori, scrittori e critici di tutto il mondo e successivamente sottoposta all’esame dei team curatoriali del Museo di Philadelphia e della Fondazione. La selezione di Martine Syms nasce dalle proposte di un gruppo internazionale di curatori e studiosi fra cui: Victoria Brooks (curatrice per il time-based visual art presso l’EMPAC / The Curtis R. Priem Experimental Media and Performing Arts Center del Rensselaer Polytechnic Institute, e presidente del Contemporary Curatorial Workshop presso il Williams Graduate Program in the History of Art), Zasha Colah (curatrice indipendente e co-fondatrice della Clark House Initiative di Bombay), Inti Guerrero (Curatore aggiunto dell’Estrellita B. Brodsky per l’arte latino-americana alla Tate di Londra), Polly Staple (direttore della Chisenhale Gallery di Londra) e Kaelen Wilson-Goldie (scrittrice e critica con sede a Beirut). La prima assegnataria è stata Rachel Rose, il prossimo sarà Lawrence Abu Hamdan Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Via Modane 16, Torino www.fsrr.org -
Sala della Vita
View Project →Sala della VitaTYPE /CATEGORY /Il 24 giugno 2021 apre il nuovo spazio permanente
“Alla ricerca della Vita”
Ciao a tutti, il 24, dopo mesi di lavori anche intensi, abbiamo consegnato alla storia di Torino e del museo egizio, la sala di conservazione dei resti umani. Da un idea di Enrico Barbero, abbiamo pensato e progettato una soluzione che permettesse al pubblico di usufruire di tutti i contenuti digitali previsti anche in dimensioni reali; i display, di nuova concezione, hanno un altezza di circa 2 mt e permettono di visualizzare una persona a grandezza naturale; il tutto viene gestito e controllato da dispositivi di riproduzione e controllo digitali, che permettono di visualizzare i contenuti controllando accensione e spegnimento delle teche di deposito trasformando, l’esperienza del visitatore, in un tuor virtuale/reale di realtà aumentata. La fruibilità dei contenuti sonori è data da altoparlanti iperdirettivi posizionati nel controsoffitto che permettono l’ascolto dei commenti sonori della singola istallazione, senza disturbare quella vicina; un tappeto sonoro originale (composto da Marco Romano) completa il confort generale di ascolto. Da un estratto del museo egizio: Giovedì 24 giugno 2021 ha aperto al pubblico “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?”, un nuovo spazio espositivo permanente che amplia il percorso di visita del Museo Egizio e dedicato alla vita nell’antico Egitto attraverso lo studio dei resti umani. La sala “Alla ricerca della vita”, collocata al primo piano del Museo, esplora e approfondisce quindi il tema della vita nell’antico Egitto, il rapporto della cultura nilotica con la mummificazione e il concetto di aldilà, partendo dallo studio dei resti umani e dei corredi che in alcuni casi li accompagnano. Lo fa grazie ai sei individui, appositamente scelti di età differenti per mostrare le varie fasi dell’esistenza, da quella nemmeno sbocciata di un feto, fino all’avanzata maturità di una donna cinquantenne. A costituire il fulcro della nuova sala è una teca allestita per contenere 91 mummie che fanno parte della collezione del Museo: grazie a una speciale pellicola sei di queste mummie sono svelate al pubblico, a rappresentare le tappe fondamentali della vita. La speciale teca assolve alla doppia funzione di vetrina e deposito, ed è stata quindi progettata per garantire i massimi standard conservativi per resti umani ed organici estremamente fragili. Uno spazio particolare è dedicato inoltre alla mummificazione e ai suoi significati simbolici e religiosi, anche in una prospettiva diacronica: in particolare attraverso un video di approfondimento che i visitatori possono trovare in un apposito spazio allestito al piano superiore e raggiungibile direttamente dalla sala. Project manager: Virginia Cimino Ideazione e progetto architettonico: Enrico Barbero Progetto Multimediale, impianti audiovisivi: Paolo Barbieri Allestimento Multimediale: Acuson Consulenti Progetto: Giancarlo Gonnet, Andrea De Zan, Davide Sorrentino. Realizzazione: Emanuele Capitolo – Agrogreen Impianti Elettrici: Francesco Tripputi – CIEM Contenuti Digitali: Robin Studio -
Arte Contemporanea – Torino 2022
View Project →Arte Contemporanea – Torino 2022TYPE / MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreTorino 2022 -
The Butterfly Affect
View Project →The Butterfly AffectTYPE / Istallazioni Temporanee, MostreCATEGORY / Istallazioni Temporanee, MostreArtistə: Patricia Domínguez, Sharona Franklin, Ja’Tovia Gary, Lungiswa Gqunta, Sebastiano Impellizzeri, Isaac Julien, Kapwani Kiwanga, Jumana Manna, Jota Mombaça, Zoe Williams, Rachel Youn. A cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini 11 maggio – 15 ottobre 2023 Inaugurazione: 11 maggio, h. 19 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino